Marta, Elena, Alessandra, Alessandra, Tiziana, Valentina, Antonia
Budapest, capitale d’Ungheria, spesso paragonata a Parigi per la sua magnificenza, per la somiglianza delle strade, forse per la rinomata “simpatia” dei cittadini (sens de l’humor! nrd), e per la vita che ruota intorno ad un fiume, il Danubio che divide Buda, la città storica, da Pest, la città nuova. Un dualismo “simbiotico” come ha detto qualcuno che accresce ancor di più l’unicità di questa meravigliosa città dell’Est, con i suoi decadenti palazzi, ma allo stesso tempo eleganti. La decadenza (quasi una vena nostalgica) tipica delle città dell’ex URSS si percepisce già perdendosi nell’ammirare i paesaggi della periferia durante il tragitto in pullman dall’aeroporto al centro città. Decadenza in “ripresa’”, tipica delle città di mitteleuropa d’influenza sovietica, forse dovuta anche al fatto che è stata ricostruita quasi interamente dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Fino al Medioevo i due quartieri di Budapest erano città indipendenti, unite da ponti su chiatte solo d’estate. Oggigiorno collegate da spettacolari ponti, il più importante quello delle Catene, davvero suggestivo soprattutto se lo si attraversa di sera; la vista con i monumenti delle due parti della città illuminati è davvero d’effetto. Pest è la parte più giovane, sempre in movimento, negozi all’ultima moda, ristoranti, i famosi bar, le meravigliose pasticcerie (eh si, i dolci ungheresi sono davvero degni di nota, basti pensare alla torta tipica, la Dobos, cinque strati di pan di spagna, cioccolato e copertura al caramello), l’imponente Parlamento, simbolo di questa città, che si affaccia sul fiume, lungo la passeggiata per arrivarci si possono ammirare, con tanta nostalgia, le scarpe sulla riva del Danubio, opera che ricorda la strage di cittadini ebrei durante la seconda guerra mondiale, che venivano fucilati e gettati nelle acque del fiume. Lo stesso senso d’imponenza che si prova dinnanzi il Parlamento, dovuto anche alla stessa altezza di edificio (intenta a ricreare il giusto equilibrio tra parte religiosa e parte politica della città) lo si prova anche ammirando la Basilica di Santo Stefano, che ospita la reliquia del Re/ Santo, fondatore dell’Ungheria.
Oltre alle vie dello shopping, proprio alla fine della strada più famosa, Vàci Utca, c’è il mercato centrale, il più grande mercato coperto d’Europa; costruzione enorme di mattoni rossi, con il tetto ricoperto di maioliche. Ci si perde tra i suoi banchi di souvenir e specialità tipiche come gli spiedini di salsiccia, pancetta e formaggio o il Làngos, tipica “frittella” con panna acida e formaggio , e sulla quale si possono aggiungere vari ingredienti, e all’interno del mercato si può trovare il più buono della città!
Il quartiere ebraico di Pest, tappa obbligatoria per tutti i turisti che visitano la bellissima capitale ungherese, ha come cuore la Grande Sinagoga di Via Dohàny, la più grande d’Europa e la seconda più grande al mondo, in stile neo-moresco. Fanno parte del complesso della Grande Sinagoga anche il Museo Ebraico, con una vasta collezione di reliquie, alcuni oggetti rituali e anche una sala dedicata all’Olocausto, il cimitero e l’ultimo elemento, l’albero della vita, quasi un memoriale somigliante ad un salice piangente sulle cui foglie sono iscritti i nomi delle vittime dell’olocausto.
Nel cuore di Buda, nella quale ci si arriva con una caratteristica funicolare, sembra di essere catapultati indietro nel tempo, infatti salendo lungo la Scalinata degli Asburgo ci si trova davanti al fulcro della storia di Ungheria: il Palazzo reale, poi più avantila Chiesa di San Mattia con le sue guglie gotiche e il corvo con l’anello d’oro simbolo reale, e il Bastione dei Pescatori, costruzione singolare con sette torri bianche dalla quale dalle sue terrazze vi si trova una vista indimenticabile che è valsa ad ottenere il titolo di patrimonio dell’UNESCO.
La capitale dell’Ungheria ha la seconda metropolitana più antica del mondo e le stazioni sono vere e proprie opere d’arte ‘vintage’. Budapest è luogo di paradossi, capitalismo e comunismo, con le due sponde opposte del fiume, religioni a confronto, eleganza e degrado. Comprendere questa doppia anima è l’essenza del viaggio nella capitale ungherese.
Budapest, la capitale dell’Ungheria, è tagliata in due dal Danubio. Il Ponte delle Catene, del XIX secolo, congiunge la zona collinare di Buda a quella pianeggiante di Pest. Una funivia collega la collina del castello al centro storico di Buda, dove il Museo storico di Budapest ripercorre la storia della città a partire dall'epoca romana. La Piazza della Santa Trinità ospita la Chiesa di Mattia del XIII secolo e le torrette del Bastione dei Pescatori, che offrono ampi panorami.
Budapest è la Parigi dell’Est.
(Anonimo)
Angelo, scendi dalle stelle, vai a Budapest.
(Sándor Márai)
Budapest è la più bella città del Danubio; una sapiente auto-messinscena, come Vienna, ma con una robusta sostanza e una vitalità sconosciute alla rivale austriaca. Budapest dà la sensazione fisica della capitale, con una signorilità e un’imponenza da città protagonista della storia.
(Claudio Magris)
La Budapest moderna è una creazione recente, ben diversa dalla citta ottocentesca che, come scriveva Mikszath, negli anni quaranta del secolo scorso beveva vermut serbo e parlava tedesco.
(Claudio Magris)
Architettonicamente Budapest è un tesoro. Qui ci sono edifici in stile barocco, neoclassico, eclettico e art nouveau in abbondanza. Nel complesso, però, di Budapest emerge il carattere fin-de-siècle. È stato allora, nel suo periodo d’oro, che ha visto la luce gran parte di quello che si vede ora.
(Steve Fallon)
Splendida architettura, pregevole artigianato, terme e spa, e inoltre una città con la vita notturna tra le più interessanti d’Europa: ecco le principali attrattive dell’Ungheria e della sua capitale, Budapest.
(Steve Fallon)
Tra le città più sottovalutate d’Europa, Budapest può essere tanto impegnativa quanto affascinante.
(Rick Steves)
La cucina ungherese non è solo gulasch e si può anche dire che sia tra le più sofisticate d’Europa. Gli ungheresi sostengono persino che al mondo ci siano tre tipi di cucina: la francese, la cinese e l’ungherese.
(Steve Fallon)
Mentre a Buda si prova spesso la sensazione di trovarsi in un giardino, Pest è una giungla urbana, ricca di palazzi, musei, edifici storici e ampi viali che non hanno uguali sulla riva opposta del Danubio.
(Steve Fallon)
Da ogni parte la città mostra i segni della sua storia: l’epoca imperiale imprigionata tra le pietre del Castello di Buda, il comunismo rievocato dal recente Parco delle statue, il relax senza tempo che le sorgenti termali offrono dall’età romana alla nostra.
(Michele Monina)
Budapest è affollata di statue, in un bronzo che le rende più vive e drammatiche del marmo.
(Paolo Di Paolo)
La magnificenza metropolitana di Budapest,che si basa sulla solida realtà di una crescita politico-economica, presenta il volto di un seducente illusionismo, che l’arte fotografica di Gyorgy Klosz ha colto con magica lucidità. Se la Vienna moderna imita la Parigi del barone Haussmann, con i suoi grandi boulevards, Budapest imita a sua volta questa viennese urbanistica di riporto, è la mimesi di una mimesi. Forse anche per questo assomiglia alla poesia nell’accezione platonica, il suo paesaggio suggerisce, più che l’arte, il senso dell’arte.
(Claudio Magris)
Budapest è un luogo privilegiato per i sogni.
(M. John Harrison)
Il Danubio scorre grande, e il vento della sera passa sui caffè all’aperto come il respiro di una vecchia Europa che forse è ormai ai margini del mondo.
(Claudio Magris)
A Budapest si può avvertire questo senso di un Europa dopo lo spettacolo, ma essa non è, come Vienna, solo un palcoscenico della rimembranza di gloria passate, bensì anche una citta robusta e sanguigna.
(Claudio Magris)
Il non-stile degli edifici eclettici e storicizzanti di Budapest, pesanti e e spesso adorni di decorazioni grevi, sembra, a tratti, un bizzarro volto del futuro, quel paesaggio storicizzante e insieme avveniristico delle metropoli anticipate dai film di fantascienza come Blade Runner.
(Claudio Magris)
La cosa più bella di Pest è la vista su Buda.
(Proverbio)
Il Danubio scorre verboso sotto i ponti titanici.
(Endre Ady)
Si fece assai serio allora il vecchio Danubio,
il fiero e primaverile umore gli si freddò in gola.
Pareva come un genio avvinazzato,
a malapena mi guardava in faccia
ed io, duro, insistente gli chiedevo di confessare
(Endre Ady)
Il Danubio non è blu, come vogliono i versi di Karl Isidor Beck che hanno suggerito a Strauss il titolo seducente e menzognero del suo valzer. Il Danubio è biondo, «a szöke Duna», come dicono gli ungheresi, ma quel biondo è una galanteria magiara o francese. Più restrittivo Verne pensava di intitolare un suo romanzo Le beau Danube jeaune. Giallo fangoso, acqua che si intorbida.
(Claudio Magris)
Cosa sarebbe Budapest senza il Danubio? Una Parigi senza Senna
(Michele Monina)